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SANSEPOLCRO

Le origini di SANSEPOLCRO e l’epoca della sua fondazione non sono storicamente accertati. Secondo una deduzione che si fonda sull’analisi dell’impianto urbanistico perpetratosi, la cittadina sarebbe di fondazione romana Diversamente una memoria medievale fa rimontare l’origine del luogo alla fine del x secolo e all’opera dei santi Egidio e Arcadio; costoro di ritorno da un pellegrinaggio in Terra Santa si sarebbero trattenuti in questo luogo dove, su alcune reliquie del Santo Sepolcro eressero un oratorio, dedicato a San Leonardo, intorno al quale si sviluppò in seguito la cittadina. Per certo la fondazione risale a prima del 1012, quando si ricorda che il borgo gravitava intorno ad una abbazia intitolata al Santo Sepolcro, benedettina in origine e poi camaldolese. A partire dal Trecento il centro divenne oggetto di contesa fra più potentati fino a quando, nel 1441, entrò a far parte del dominio fiorentino, mentre nel 1515, sotto il papato di Leone X de’ Medici, fu decretato sede vescovile. Importante a motivo della sua strategica posizione sulle vie commerciali verso l’Adriatico la cittadina, di cui restano testimonianze architettoniche medievali, ebbe comunque il suo momento di maggiore splendore artistico fra il XV e il XVI secolo, quando dette i natali a molti artefici: non solo Piero della Francesca, che qui nacque intorno al 1412 e vi si spense nel 1492, ma anche Matteo di Giovanni, Raffaellino del Colle, Cristoforo Gherardi detto il Doceno, Santi di Tito e gli Alberti una famiglia di architetti, pittori, scultori ed intagliatori vissuti fra il XVI ed il XVII, arco di tempo in cui a Sansepolcro fiorì un’altra stirpe di pittori e architetti, i Cantagallina. Tanti artefici in un centro di modeste dimensioni si riflette in una straordinaria ricchezza di testimonianze artistiche presenti negli edifici, soprattutto religiosi, e nel Museo civico.
Procedendo dalla PORTA FIORENTINA, che si apre nella cinta muraria che racchiude Sansepolcro, si trova subito sulla destra la chiesa di Sant’Agostino che, originariamente Pieve romanica dedicata a Santa Maria ha subito un rifacimento barocco nel 1771. Proseguendo sempre lungo via XX settembre (che unisce il paese da ovest a est: dalla citata Porta Fiorentina alla Porta Romana) ed imboccando via Luca Pacioli si raggiunge la chiesa di San Lorenzo che, ricostruita nel 1556 su di primitive fondazioni trecentesche, conserva sull’altar maggiore il Compianto sul Cristo deposto dalla Croce del Rosso fiorentino. Nelle vicinanze si trova anche la chiesa di Santa Maria dei Servi, fondata intorno al 1272 e ristrutturata nei primi decenni del Settecento; l’edificio conserva un prezioso trittico di Matteo di Giovanni con al centro l’Assunzione della Vergine e ai lati i Santi Filippo Benizi e Giovanni Battista e i Santi Paolo e Lucia, opera commissionata nel 1487 all’artista nato a Sansepolcro intorno al 1430.
Da questo edificio religioso e percorrendo via della Fraternita si raggiunge la piazza principale di Sansepolcro intitolata alla Torre di Berta, una torre medievale distrutta dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale. In una strada secondaria che affaccia sulla piazza si erge il Duomo dedicato a San Giovanni Evangelista. Sorto nel Mille quale abbazia camaldolese, l’edificio venne in seguito demolito e poi riedificato fra la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo. Trasformato più volte, dal 1583 e fino alla prima metà del XX secolo, il duomo mostra all’esterno una semplice facciata con un portale centrale e un rosone di ripristino settecentesco. L’interno, a tre navate su colonne – di cui quella mediana con il soffitto a capriate lignee, mentre quelle minori a volta – conserva pregevoli opere d’arte. Partendo dal secondo altare di destra si ammirano l’Incredulità di San Tommaso tela realizzata nel 1577 da Santi di Tito, di seguito, una straordinaria Crocifissione fra le Marie ed i Santi Egidio, Arcano, Romualdo, Francesco e Giovanni Evangelista, ad affresco, opera di Bartolomeo della Gatta e databile all’ultimo decennio del Quattrocento. All’altar maggiore si trova il Polittico della Resurrezione del senese Niccolò di Segna eseguito nel 1348 ed originariamente collocato nella chiesa di Sant’Agostino. Nella cappella alla testata della navata sinistra è conservato un Crocifisso ligneo policromo detto il Volto Santo che venne trasferito in Duomo nel 1770 dalla sua iniziale collocazione nella pieve di Santa Maria. La straordinaria opera risale ad epoca carolingia (VIII-IX secolo) mentre al XII secolo si deve un successivo intervento al quale rimonta anche la policromia. Nella medesima navata sinistra si ammirano, oltre ad un tabernacolo per l’eucarestia in terracotta invetriata di Andrea della Robbia, l’Ascensione di Cristo di Pietro Perugino, databile al primo decennio del Cinquecento. Sempre nella navata destra si conservano il Monumento funebre dell’abate Simone Graziani, eseguito dopo il 1521, ed infine una tavola di Raffaellino del Colle databile a dopo il 1522 e raffigurante la Risurrezione. Di fianco al Duomo sorge il Palazzo delle Laudi di origine duecentesca ma riedificato, alla fine del Cinquecento, su disegno dell’architetto Alberto Alberti, per ospitare una compagnia laicale, ed oggi occupato dal Comune.
Nella vicina via Aggiunti ha sede il Museo Civico. In esso sono raccolte un numero considerevole di opere fra le quali alcuni dei più significativi capolavori di Piero della Francesca. Dell’artista, infatti, vi si conservano il Polittico della Misericordia che egli eseguì fra il 1445 ed il 1462; la pittura murale a fresco e tempera con la Resurrezione di Cristo compiuta intorno al 1460 per il Palazzo del Comune e l’affresco staccato rappresentante il San Giuliano (1460 circa) proveniente dalla chiesa di Santa Chiara, mentre il San Ludovico (1460 circa), già in Palazzo Pretorio, è opera di uno dei collaboratori di Piero, probabilmente dell’aretino Lorentino d’Andrea. Nel raccolta civica sono inoltre custoditi: i Santi Pietro e Paolo di Matteo di Giovanni al centro dei quali si trovava, in origine, il Battesimo di Cristo di Piero, ora alla National Gallery di Londra; lo stendardo processionale a due facce (la Crocifissione e Sant’Antonio abate e Sant’Egidio) di Luca Signorelli , la Madonna del Soccorso di Gerino da Pistoia del 1502, ed inoltre il San Quintino dipinto dal Pontormo fra il 1515 ed il 1518 e due tavole con l’Assunzione e Incoronazione della Vergine e Natività della Vergine di Raffaellino del Colle. La collezione conserva anche altre numerose opere di Santi di Tito, di Agostino Ciampelli, di Antonio e Remigio Cantagallina. Nelle vicinanze del Museo si trovano alcuni edifici religiosi di notevole interesse (fra i molti che si sono conservati nella cittadina) quali la chiesa di Santa Maria delle Grazie, l’oratorio della Confraternita della Morte e la chiesa di San Francesco.
Prossima al Museo Civico, sempre in via Aggiunti, si trova anche la Casa natale di Piero della Francesca testimonianza, ben conservata, di architettura civile quattrocentesca ed ora sede della “Fondazione Piero della Francesca” che è centro di studi, ricerche e documentazione su Piero della Francesca e la cultura del Rinascimento; prossime al palazzo dove ebbe i natali il più famoso fra i biturgensi: la chiesa di San Rocco e l’Oratorio del Crocifisso. Non distante da questo quartiere della cittadina si erge la splendida Fortezza progettata da Giuliano da Sangallo – su di una struttura primitiva trecentesca – e portata a compimento, nel 1561, da Alberto Alberti [foto 15] fortezza che conclude, a nord-est, il tracciato della cerchia muraria che racchiude Sansepolcro.

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