LUCIGNANO
Da Monte San Savino si raggiunge un altro paese ricco di testimonianze artistiche, Lucignano Posto sul margine di una collina, in un territorio già abitato al tempo degli etruschi, il borgo sorse su di un “castrum” romano, in una posizione di grande importanza nei collegamenti fra Arezzo e Siena, e proprio per questa sua collocazione strategica fu oggetto di contesa fra i senesi e gli aretini ma poi anche fra Perugia e Firenze. Nella sua attuale configurazione Lucignano conserva inalterati l’impianto e l’articolazione che ebbe fra il xii e il xiv secolo quando, una struttura a pianta ellittica, si sviluppò intorno al nucleo centrale ovoidale di epoca altomedievale. Dalla Porta San Giusto si raggiunge piazza Caduti della Libertà dove si eleva il Cassero, risalente al Trecento, che presenta una torre quadrata e un loggiato eseguito durante il xviii secolo su disegno di Andrea Pozzo. A questo artista si deve anche la scenografica scalinata che conduce alla Collegiata di San Michele Arcangelo che fu realizzata, sull’area di una chiesa più antica, nel 1594, dall’artista savinese Orazio Porta; l’interno, a navata unica, conserva due statue di Andrea Pozzo (San Pietro e San Paolo), la Visitazione a Sant’Elisabetta eseguita nel 1631 dal pittore fiorentino Matteo Rosselli, mentre nel 1668-1670 un altro artista fiorentino, Onorio Marinari, dipinse il Transito di San Giuseppe. Di Giacinto Gimignani, artefice di formazione cortonesca, sono San Carlo visita gli appestati e il Martirio di Santa Lucia. Nella cappella del Sacramento, eseguita fra il 1668 ed il 1672, si conservano affreschi realizzati da Luigi Ademollo fra il 1792 ed il 1798. Dietro la Collegiata si trova il trecentesco Palazzo comunale che affaccia sulla piazza del Tribunale, e al cui interno, è ospitato, dal 1984, il Museo comunale. Della collezione fanno parte preziose opere, fra le altre: una trecentesca Madonna in trono col Bambino e Santi del senese Lippo Vanni, San Francesco che riceve le stimmate di Luca Signorelli, una Madonna in trono col Bambino e una donatrice di Niccolò di Segna e un trittico di Bartolo di Fredi. Tuttavia il manufatto più prezioso e singolare del Museo è l’Albero di Lucignano un reliquiario così chiamato per la sua forma ad arbusto realizzato in rame dorato ed argento, i cui rami sono in corallo e in cristallo di rocca sotto cui si trovano miniature; l’esecuzione della complessa opera, iniziata nel 1350 e conclusa nel 1471, è stata assegnata a maestranze senesi, aretine, e a Gabriello d’Antonio. Dalla destra del Palazzo Comunale si scende alla chiesa di San Francesco che, edificata durante il Duecento, conserva la sua facciata romanica bianca e grigia su cui si apre un portale gotico. L’interno, a croce egizia, con navata unica conserva resti di affreschi (fra cui un Trionfo della morte) riferiti a Bartolo di Fredi, Taddeo di Bartolo ed altri artefici senesi attivi fra xiv e xv secolo; alla secondo metà del Trecento risale il polittico dell’altar maggiore una Madonna col Bambino e Santi assegnato a Luca di Tommè. Dalla destra di San Francesco si giunge all’Oratorio di Santa Maria della Misericordia che fondato prima del 1468 venne ristrutturato entro il 1583; al suo interno, ad aula unica, vi si conservano, all’altare un Natività forse di Orazio Porta e ai due altari della navata un’Annunciazione di Onorio Marinari (1699) e un’Assunzione della Vergine di Alessandro Gherardini (1699). Nei pressi di Lucignano, fuori Porta San Giusto, si trova il Santuario di Santa Maria della Querce che sorse intorno ad un’immagine della Vergine (eseguita nel 1417 da Feliciano Batone) che compì un miracolo nel 1467; la cappellina, edificata dopo questo evento, fu poi sostituita, nel 1564, dall’attuale edificio assegnato a Giorgio Vasari e al cui interno si conserva anche un dipinto del 1625 del fiorentino Matteo Rosselli.
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